Egregio presidente,
in merito alla vicenda che sta investendo il settore della formazione professionale e delle politiche attive del lavoro, il coordinamento regionale Snals Confsal settore formazione professionale non intende attribuire alcuna responsabilità al Dirigente per quello che sta succedendo ma è evidente che, dalle notizie apprese dai mass media, l'operato dei Dipartimenti regionali sulle politiche del lavoro e della formazione professionale va collocato in un contesto tutto negativo.
Non si intende in questa sede discutere sull’operato dell’Amministrazione Attiva ma discutere sulla corretta applicazione delle leggi regionali del settore della formazione professionale e del CCNL vigente che vanno applicati in modo più intelligente e meno tecnocratico. Anche perché si tratta di leggi regionali che regolano tale settore, e alcune di esse sono state legiferate dai parlamentari regionali in vista delle garanzie occupazionali e retributive dei lavoratori iscritti all’Albo. Gli operatori della formazione professionale su questo punto non demordono, perché “sulla carta” la tutela normativa è chiara e non lascia dubbi interpretativi ma purtroppo, oggi, alcune leggi sono prive di forza economica ed altre sembrano negate dall'Amministrazione Attiva.
In questo contesto, il Governo si deve fare carico della risoluzione del problema sulla sicurezza lavorativa e sulla regolare retribuzione provvedendo ad individuare i responsabili di questa penosa situazione che grava pesantemente sulla dignità di quanti lavorano in tale settore.
Dovrebbe organizzarsi, in particolare, per rivoluzionare i dipartimenti che operano nell'ambito della formazione professionale e delle politiche attive del lavoro, creare un gruppo dirigente capace di sveltire le pratiche giacenti, rivedendo l'attuale normativa di controllo al fine di dare respiro ai lavoratori della formazione professionale.
Vogliamo più in generale, che il personale della formazione professionale iscritto all’Albo possa percepire lo stipendio puntualmente e mensilmente allo stesso modo del personale di altre categorie nonché di quello dei dipartimenti regionali. Auspichiamo, quindi, una forte iniziativa dal Governo. In questi anni noi abbiamo anche indicato i riferimenti legislativi; ora sta alla Giunta definire i dettagli. Lo si farà? Noi vigileremo.
Il coordinamento regionale Snals Confsal formazione professionale metterà a disposizione dei lavoratori un'assistenza legale per chi volesse aderire nei confronti della Regione Siciliana.
È chiaro che sospendere i lavoratori, immettere il personale in CIG in deroga ed incrementare nuove assunzioni per rilanciare il settore comporta più debito pubblico per la Sicilia.
Lo Snals Confsal ha firmato l'accordo del 5 agosto, ma non è in condizione di esternare alcuna soddisfazione in merito a tale accordo fin quando non si vede la concreta e completa applicabilità dei suoi contenuti. Su tale accordo, esiste da parte nostra una convergenza di vedute con la segreteria tecnica dell'assessorato. Siamo disponibili anche ad un dialogo aperto con gli enti gestori che hanno approvato il documento ma manifestiamo disapprovazione nei confronti di quegli enti che non hanno provveduto a regolarizzare la posizione retributiva dei lavoratori.
La Regione siciliana ha accumulato grave ritardo, tra il 2008 e 2014, nell'utilizzo dei fondi e nella capacità di amministrazione. Occorre una strategia chiara nell’utilizzo del nuovo ciclo di fondi. Crediamo che sia importante che il governo si impegni a recuperare le inefficienze dell'Amministrazione Attiva affinché neanche un lavoratore venga licenziato e neanche un euro vada perso.
Il Governatore dimostri agli operatori del settore della formazione professionale la legalità, il pieno rispetto delle leggi, la garanzia occupazionale e retributiva. Auspichiamo che tutta la politica siciliana si impegni a dare fiducia, con temi e contenuti che possono rilanciare il settore delle politiche del lavoro e della formazione professionale, salvaguardando i lavoratori iscritti all'albo; favorendo l'incentivo all’esodo, prevedendo semplificazioni per erogare gli emolumenti a chi lavora, e rilanciare il settore flagellato da una crisi bisognosa di legalità.
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