domenica 22 giugno 2014

RIORDINO FORMAZIONE PROFESSIONALE

La disoccupazione in Sicilia è una grossa piaga che ad oggi non trova soluzioni.
Si vedono sfilare per le strade delle città migliaia di persone che chiedono lavoro. Il grande assente, in questo ideale processo alle carenze del mercato del lavoro nel sud, è il governo che non ha ancora varato un programma di politiche attive per il lavoro, programma che comprendesse anche un adeguato riordino del settore della formazione professionale.
Il problema centrale è la mancanza di comunicazione tra chi offre lavoro e chi lo cerca, e non solo, ma anche tra la scuola che dovrebbe preparare i giovani ad entrare nel mondo del lavoro e la formazione professionale, supporto indispensabile per farli rimanere competitivi nel mercato. Le persone hanno bisogno di essere prese sul serio; devono essere guidate a credere nei valori al fine di alimentare le loro aspirazioni. In questo campo le Istituzioni e gli Enti Locali hanno dimostrato di non saper attuare una politica di ampio respiro, capace di cogliere le tendenze del mercato, di anticipare i bisogni e le esigenze del mondo del lavoro, di dare risposte concrete a mutamenti avvenuti, lasciando così la gente disoccupata ed in balia di se stessa.

In Sicilia manca un sistema formativo dotato di strumenti finanziari e regole certe, che possa garantire ai fruitori del servizio standard qualitativi spendibili nel mercato del lavoro.
Lo SNALS CONFSAL settore formazione professionale nell’intento di far emergere  trasparenza, certezza e verità ha pensato di fornire al Governo Regionale alcuni suggerimenti da tenere in considerazione per il definitivo riordino del settore della formazione professionale in  grado di assicurare sia la qualità dell’offerta formativa che il rispetto di regole uguali per tutti gli enti e gli operatori.
Il percorso di riordino, seppur  pieno di insidie e scricchiolii, dovrà necessariamente realizzarsi in tempi brevi considerando di utilizzare i finanziamenti del piano di attuazione italiano della Garanzia per i Giovani  che vede, nell’ambito delle politiche attive,  una rete di soggetti che include la formazione professionale e il mercato del lavoro. 
La formazione in Sicilia si dovrebbe trasformare in un vero e proprio modello che possiamo definire di “rete tra vari soggetti che si occupano di formazione e lavoro”. Un modello snello che possa iniziare con il monitoraggio delle imprese nel  territorio per prendere atto della complessità di ciascuna specifica fase del processo che trasforma un  fabbisogno di formazione in  apprendimenti professionalmente spendibili. 
Non è possibile proporre una formazione  non più  rispondente ai fabbisogni delle imprese, alle richieste di apprendimenti da parte degli utenti ed il  loro utilizzo in azienda.
Quindi, occorre programmare una formazione professionale in grado di sviluppare competenze realmente spendibili e coerenti con le esigenze di sviluppo delle imprese. 

RETE DEI VALORI

Per questo motivo l’attenzione deve essere posta simultaneamente su tutte le maglie della rete, che rappresenta la “rete dei valori”: fabbisogni delle imprese, figure professionali e competenze, programmazione della formazione professionale, erogazione della  formazione professionale, apprendimenti e loro certificazione, collocazione  e sbocchi sul mercato del lavoro.
I fabbisogni delle imprese, come tali fabbisogni, si possono poi concretamente tradurre in programmi di intervento, attraverso bandi relativi ad interventi e servizi di formazione professionale.
Per il buon esito di quanto detto  si chiede un intenso impegno e coinvolgimento da parte dello Staff  della dirigenza politica, di quella amministrativa di settore e dello staff operativo a livello provinciale. 

Da subito, l’Amministrazione Regionale, dovrebbe fare uno sforzo considerevole verso la quadratura dei conti del sistema, mettendo a nudo i bilanci di gran parte degli Enti formativi operanti ex L.r.24/76 in Sicilia al fine di riassestarne i conti.

Quindi  allineare gli Enti formativi verso una griglia di partenza che li porrà tutti sullo stesso piano nella gestione dell’offerta formativa, anche attraverso l’erogazione delle spettanze pregresse, delle  spese riconosciute e certificate dalla stessa Amministrazione.

Perciò serve dare un assetto finanziario certo ai tre ambiti del sistema, Interventi Formativi, IeOF e Servizi Formativi, occorre sottoscrivere un protocollo trilaterale per armonizzare gli effetti prodotti dal riordino  per meglio gestire gli esuberi del sistema formativo, serve dotare la Sicilia di un sistema incentivante per agevolare la fuoriuscita del personale in età pensionabile; nonché chiudere alcune partite importanti per il futuro di migliaia di lavoratori operanti presso diversi Enti storici.
Oggi il Governo, con la collaborazione degli Assessori regionali al ramo, dovrebbe appostare le necessarie risorse finanziarie per garantire il pagamento dei salari a tutti gli operatori della formazione professionale ex art.4 della L.r.24/76, assunti al 31/12/2008 e individuare una significativa somma a garanzia del funzionamento del Fondo di Garanzia per le eventuali gestioni di processi di mobilità.  Noi concordiamo con la Regione  per il blocco delle assunzioni, per il  parametro unico e  il fondo di garanzia, ma  abbiamo delle perplessità sull’istituzione dell’albo unico, che appare privo di garanzie per i lavoratori. 

Lo Snals Confsal ritiene che in merito alla risoluzione dei problemi riguardanti il riordino del settore è  necessaria la collaborazione di tutti quei soggetti che possano offrire un’ idea ed una proposta funzionale sia per il rinnovo del servizio pubblico essenziale, sia per la salvaguardia occupazionale dei lavoratori specializzati che vi operano da decenni.

CONTRATTO DI RETE

Secondo questa Organizzazione Sindacale  una soluzione potrebbe essere offerta dalla realizzazione di un "contratto di rete, dove più soggetti pubblici e privati perseguono lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato", come scritto dal Decreto Crescita n. 83/2012.
Elemento essenziale del contratto di rete per il raggiungimento del suddetto scopo è il "programma comune di rete", sulla base del quale i soggetti interessati si obbligano a "collaborare in forme e in ambiti predeterminati attinenti all’esercizio delle proprie imprese ovvero a scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica ovvero ancora ad esercitare in comune una o più attività rientranti nell’oggetto della propria impresa".

Le strutture deputate alla realizzazione degli interventi formativi e non formativi, finanziati con denaro pubblico per operare devono essere in regola con la normativa sull’accreditamento della Regione Siciliana.
L’acquisizione della soggettività giuridica delle reti in esame comporta l’esistenza di un soggetto dotato di capacità giuridica tributaria autonoma rispetto alla capacità giuridica delle singole imprese partecipanti: ai fini del prelievo fiscale, infatti, la rete-soggetto, in quanto entità distinta dalle imprese partecipanti, esprime una propria forza economica ed è in grado di realizzare, in modo unitario e autonomo, il presupposto d’imposta.
In sostanza, fermo restando la sussistenza della soggettività tributaria delle imprese partecipanti, qualora la rete acquisisca soggettività giuridica, la stessa diventa un autonomo soggetto passivo di imposta con tutti i conseguenti obblighi tributari previsti ex lege in materia di imposte dirette ed indirette.
In particolare, con circolare n. 4/E del 15 febbraio 2011, è stato chiarito che l’adesione al contratto di rete non comporta l’estinzione né la modificazione della soggettività tributaria delle imprese che aderiscono all’accordo, né l’attribuzione di soggettività tributaria alla rete risultante dal contratto stesso.

Per la salvaguardia occupazionale dei lavoratori si potrebbe ipotizzare l’istituto dell’aspettativa previsto nel CCNL, previo accordo sindacale, attraverso il quale tali lavoratori vengono momentaneamente sospesi dall’ente presso il quale prestavano servizio in precedenza ed occupati presso la rete proposta.

In sintesi lo Snals Confsal propone di formare una rete tra gli enti di formazione, le imprese, il Ciapi di Priolo, gli Istituti scolastici, l’Università, che abbia in ruolo il personale specializzato, qualificato e con esperienza ultradecennale nell’erogazione degli interventi e i servizi formativi.

GARANTIRE E RETRIBUIRE CHI SVOLGE IL LAVORO
I dipendenti della formazione professionale si trovano da parecchio tempo stritolati in una guerra tra gli Enti Gestori, dai quali dipendono, e la Regione Siciliana che, attraverso norme, circolari, leggi, decreti e quant’altro, detta quelle direttive che dovrebbero garantire la buona formazione, ma che allo stato attuale sta solo generando una situazione di insostenibile confusione.
Gli enti di formazione in Sicilia vivono oggi una situazione molto difficile e a farne le spese sono tutti i dipendenti che vi lavorano docenti, orientatori, amministrativi ecc. che da mesi non percepiscono gli stipendi.
Riteniamo fondamentale e prioritaria la garanzia di tutti i lavoratori che operano nelle tre filiere del settore formazione professionale (interventi, servizi e obbligo formativo). Tale garanzia è realizzabile attraverso la piena attuazione del combinato disposto degli artt. 2 della L.R. 25 del 1993 e art. 39 della L.R. 23 del 2002, con l’istituzione di un capitolo di spesa dedicato esclusivamente al personale della formazione professionale.